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Bravo Ruben, forza Ruben, grande Ruben! Un coro di elogi per questo giovane lanciatore in finale nel disco e nel peso ai recenti Campionati Italiani Juniores di Grosseto.
Eppure forse il commento più appropriato sarebbe “Che peccato Ruben!”.
Che peccato che questa stagione agonistica, flagellata dal virus, sia cominciata quando in altri anni sarebbe stata pressoché alle fine.
Che peccato che per la mancanza di gare Ruben si sia allenato con costanza e con grande impegno tutti i giorni con Piero Massini aumentando i carichi di lavoro con poche prospettive però di verificare la propria crescente condizione di forma: perché sia chiaro, una cosa è lanciare da solo sulla pedana di casa, altra cosa farlo con avversari agguerriti che non ti concedono il minimo errore, che si battono, lealmente questo si, per lasciarti fuori dalla finale o per superarti in classifica anche per un solo centimetro di differenza.
I lanci, un mondo di superuomini, di giganti di grande forza e carattere in cui alzare un kg di più alla panca o sotto il carico di un bilanciere nello squat, significa aumentare l’equilibrio tra gli arti superiori e inferiori; correre in pista brevi distanze con lo spunto di uno sprinter per avere in pedana la capacità di eseguire una rapida rotazione ed imprimere così all’attrezzo, amato e odiato, quell’impulso che lo fa andare lontano, sempre più lontano, inseguito dall’urlo di speranza e di disperazione insieme “VAIIIIIIIIIII!”.
Per questo suo modo di essere atleta Ruben Perotti, ha ottenuto nella nuova categoria juniores, prestazioni sempre più significative.
E’ al quarto posto nella graduatoria del disco con un incredibile 53,50 ottenuto sabato a Livorno ma, quello che conta di più, è il primo dei nati nel 2002, i più giovani della sua categoria.
Il prof. Piero Massini, alla soglia degli 80 anni, ha trovato motivazioni stringenti per dare al suo lavoro di allenatore nuove prospettive, Lo affianca, in questa sua opera non certo facile, il pluri campione dei lanci, ora master sempre ai vertici italiani, Valtere Rocchi, che vive in maniera più diretta le esperienze e le sensazioni fisiche ed emotive dei lanci.
Tutta la Società guarda a Ruben con affetto e ammirazione perché ogni giorno è tra noi al campo, sempre sereno e determinato per arrivare a traguardi sempre più importanti: dal sogno di un cadetto alle prime armi alla realtà di un giovane uomo che guarda lontano e al suo attrezzo che vola, vola, vola!